“Ofelia” di Giulio Macaione

Una lettura che insegna che essere “strani” non è poi così strano

Cari Meloni eccomi qui! Dopo una faticosa settimana passata di interminabili attese e impegni ho recuperato la mia quiete zen aprendo un profilo instagram e pian piano portandolo in pari con la pagina Facebook. Devo ammettere che come social mi sta dando tante soddisfazioni, in una settimana ho ottenuto il doppio del seguito che in mesi avevo fatto su FB, per non parlare dell’articolo sul pride month che ha fatto boom di visualizzazioni! Insomma, ora che sono in pari con entrambe le pagine devo rimboccarmi le maniche e mandarle avanti entrambe, perciò eccomi, come sempre a consigliarvi un opera di cui facilmente vi innamorerete.

L’autore:
Parliamo di un nome già visto sul Blog, Giulio Macaione, perciò non starò qui a rielencarvi tutta la sua storia, se siete curiosi la trovate tranquillamente nel mio primissimo articolo del Blog. Tengo però a precisare che quest’opera è meno recente de “la fine dell’estate” ed ha avuto diverse ristampe, raggiungendo anche il prestigioso traguardo della pubblicazione in Francia. Si tratta di un webcomic pubblicato tra il 2011 ed il 2013, successivamente stampato da Comma22 ed adesso prodotto in una nuova edizione con tante nuove chicche direttamente sul profilo Etsy dell’artista.
Profilo Instagram: https://www.instagram.com/giuliomacaione/?hl=it
Profilo Twitter:
 https://twitter.com/giuliomacaione
Profilo Tumblr: https://giuliomacaione.tumblr.com/
Blog: http://giuliomacaione.blogspot.com/

Il Target:
Ofelia è un opera dolce, che come poche fa avvicinare il lettore ad apprezzare ogni “stranezza” e stravaganza della protagonista, con espedienti alle volte seri e alle volte teneri e divertenti. Sebbene tratti di tematiche mature, il modo in cui vengono presentate, rende quest’opera fruibile ad una vastissima fascia di età. E’ una di quelle opere che in occasioni speciali regalerei tranquillamente sia ad un cuginetto più piccolo, sia ad una persona più grande di me. Il personaggio di Ofelia, fra tutti quelli di Giulio è uno di quelli che colpisce di più, e durante la lettura sarà impossibile non adorarla, anche quando si mette nei pasticci.

L’opera:
L’edizione che ho fra le mani e di cui vi parlerò è la nuova ristampa, attualmente disponibile su Etsy (successivamente vi fornirò i link).
Si tratta di un volume che fra Storia ed extra comprende 172 pagine, con rilegatura a filo ed alette.
La rilegatura lo rende molto flessibile e sfogliabile, senza dare l’aria che ci si possa rovinare fra le mani, e l’illustrazione di copertina che lo decora dona dei colori molto accesi e caratteristici, che nella mia libreria si fanno piacevolmente notare.
Nella parte finale del volume abbiamo un capitolo extra, disegnato da un nuovo Giulio, con il suo stile più attuale e a seguirlo una breve raccolta di bellissime illustrazioni fatte da tanti artisti, tutte a tema Ofelia. Insomma, questo volume farebbe gola anche ai possessori della vecchia edizione!

Ma ora parliamo più precisamente dell’opera!
Ofelia è una ragazza di 23 anni che frequenta la scuola d’arte. Il suo aspetto la fa sembrare più piccola di quello che è, ed i suoi atteggiamenti inusuali non la aiutano di certo a sembrare matura davanti ai coetanei.
Infatti Ofelia ha la capacità di interagire con la propria ombra, che un pò come il suo stesso buon senso, un pò come una sorella maggiore, le da consigli e dritte per affrontare la giornata, arrivando anche a svegliarla quando rischia di fare tardi.
A farle da spalla abbiamo anche “Camaleonte”, per i comuni mortali è un piccolo gatto, per la nostra Ofelia è un gran ficcanaso che mette parola su tutto e che quando vuole può cambiare colore e mimetizzarsi.
Se però questi questi “coinquilini” sono invisibili agli altri, non possiamo dire lo stesso per Gaspare, detto Orso, cugino di Ofelia e Andrea, suo compagno. Insieme a loro il nuovo coinquilino inglese, Jake ed il raffazzonato Oscar, fidanzato della nostra protagonista.
L’opera è un altalenata visione tra reale e surreale, che ci farà scoprire ancor di più sul passato della protagonista, mentre insieme a lei scaveremo nella risoluzione di un insidioso mistero.
A contornarla ci saranno tanti importanti episodi di vita che segneranno la crescita di Ofelia e ci aiuteranno a capirla ancor di più.
Il bello di quest’opera, come anticipato prima, sta proprio nel fatto che il personaggio principale, nel suo essere “esagerato” in realtà è tutto tranne che innaturale e irrealistico. Penso sia inevitabile non mettersi nei suoi panni in almeno metà delle situazioni, ed i rapporti umani che vivrà ne saranno da testimonianza.
Dal più felice al più triste sono una lunga sfilza di colpi al cuore, che non potranno lasciare il lettore indifferente.
Il lavoro svolto con i personaggi secondari è altrettanto importante, fra i mille battibecchi di una storia d’amore poco sicura e le calorose braccia di un Orso pronto a dare consiglio avremo modo di vivere ancora più approfonditamente fin dove possono spingersi l’insicurezza e le paure di Ofelia durante la sua crescita e personaggi che inizialmente sembreranno negativi potrebbero da un momento all’altro avere svolte importanti.
Spesso ci sentiremo coccolati, altre volte rimproverati insieme alla protagonista ed insieme a lei vivremo emozioni ancor più toccanti scavando nel suo intricato passato.

“Ofelia” è un opera forte in quello che fa, la maniera in cui prende l’introversione della protagonista e la plasma in manifestazioni visive è qualcosa di grandioso, che contro ogni aspettativa non cade nell’anticlimatico, ma funge da vero e proprio timone della storia!
Storia che oltre che a concludersi nel più esaustivo dei modi, ci delizia di un calorosissimo regalo inedito della nuova edizione, un capitolo extra che mostra ad anni di distanza la protagonista in quello che sarà il suo futuro. Un capitolo che dona felicità e speranza con un pizzico di effetto nostalgia che il nostro Giulio è tanto bravo ad inserire nelle sue opere.
A volume chiuso, una volta finito non potrete più vedere di cattivo occhio la protagonista, anzi, sono abbastanza sicuro che un pò come me vi sentirete sollevati, accettati e chiamati in causa.
Alla fine chi non ha mai parlato da solo? Chi non ha mai dato ascolto alla sua coscienza? chi non è mai stato beccato con la testa fra le nuvole durante un discorso importante? Siamo tutti un pò Ofelia, chi più e chi meno e con questo volume sappiamo anche che non dobbiamo assolutamente vergognarcene.

Questo era Ofelia, lo potete trovare sul Etsy al prezzo di 15€ in un volume da 172 pagine:
https://www.etsy.com/it/market/giulio_macaione

In conclusione:
Per concludere questo articolo non posso non complimentarmi nuovamente con Giulio Macaione per questa sua opera, inoltre anticipo a tutti i lettori che ho in progetto di portare nuovamente questo autore sul Blog!
Che dire, Ofelia è stata una lettura davvero veloce, l’ho divorata tutta d’un fiato, a rendere ciò possibile è stata la curiosità che mi ha catturato lungo tutta la lettura, inoltre pagina dopo pagina, specie nelle parti riguardanti Ofelia e Oscar non riuscivo a non percepire quel timbro simil Ai Yazawa che tanto amo. Non so se è qualcosa che ho percepito solo io, ma sicuramente l’ho apprezzato tanto.

Ragazzi come detto anticipatamente ho un nuovo profilo anche su Instagram, se volete seguirmi anche lì ecco il link!
https://www.instagram.com/mlnz_fumetti_e_tanto_altro/

Speciale videogames: “Hotel Dusk: Room 215” by Cing

Un perfetto ibrido fra un videogioco, un romanzo giallo ed un avventura illustrata. Il miglior esempio per dimostrare che anche un semplice punta e clicca può raggiungere il cuore di un giocatore, se accompagnato da una bella trama.

Cari “Meloni” la mia assenza stavolta è imperdonabile, potrei stare ore a raccontarvi tutte le cose che mi hanno tenuto occupato, ma a conti fatti le occasioni per gettare a caldo qualche articolo per voi ci sono state, sono stato un pò pigro e un pò poco ispirato a non sfruttarle.
Ironico però come a smuovere questo “blocco dello scrittore” sia stato proprio un videogioco!
Sarà che le sue somiglianze ad una graphic novel sono innumerevoli, ma comunque mi viene da sorridere al pensiero che tutto sia nato da un esperienza del tutto alla cieca di un gioco per l’ormai vecchio Nintendo Ds.
Esatto, il gioco di cui vi parlerò oggi è stato pubblicato nel lontano 2007 (12 dannati anni fa), da un piccolo collettivo indipendente chiamato Cing, formato da poco più di 20 lavoratori e purtroppo sciolto nel 2010.
Ma adesso finiamola con le presentazioni e parliamo di questo piccolo capolavoro videoludico.

Il gioco:

Hotel Dusk: room 215 è punta e clicca investigativo ambientato nel pieno termine degli anni 70. A fargli da protagonista è Kyle Hyde, un ex investigatore che adesso lavora come venditore porta a porta, ma che segretamente indaga per seguire le tracce di Bryan Bradley, ex collega che lo tradì cedendo alle offerte di un organizzazione criminale. Tre anni prima Kyle lo scoprì e gli sparò durante un inseguimento, ma il suo corpo non venne mai trovato ed il caso venne chiuso come irrisolto. Quel giorno Hyde getta il distintivo decidendo di continuare le indagini da solo.
Sono gli ultimi giorni del dicembre del 1979 e Kyle Hyde sotto richiesta viene indirizzato in un vecchio hotel, ad aspettarlo però non sarà il solito lavoro, ma un investigazione bella e buona, nella notte più noir e poliziesca che si potesse desiderare.

L’opera è ambientata completamente e unicamente in questo piccolo e trasandato hotel, a tenervi compagnia saranno altre dieci persone, 3 del personale e 7 clienti.
Basteranno poche conversazioni per capire che la loro presenza lì, quella notte è tutt’altro che casuale, ma giungere a capo di questo interrogativo sarà più impegnativo di quanto si possa immaginare.

Gli eventi saranno suddivisi in capitoli rappresentati dalle ore dell’orologio dell’albergo (non ore effettive di gioco) e la scaletta degli eventi è prestabilita e non riordinabile.
Ciò parrebbe un grande difetto per un videogioco normale, ma per un avventura grafica è essenziale e ne arricchisce la narrazione e lo scorrimento degli eventi, dove otterremo indizi sparsi che risponderanno a piccoli e grandi quesiti, aprendone però altri ancor più importanti e determinanti.
E’ proprio questo continuo voler sapere e voler scoprire che tiene incollati allo schermo, le domande saranno sempre di più e ad aggiungersi alle nostre ci saranno pure quelle date dal protagonista, che spesso ci apriranno nuove piste alla quale non avremo facilmente pensato.
Ah giusto dimenticavo di dire una delle migliori note a favore di questo gioco: il protagonista ha una personalità! Non parlo di qualcosa di chiaro, definito e semi-stereotipato, parlo di atteggiamenti, gusti, pensieri, timori e conoscenze sviluppate nel più coerente e calzante dei modi, che oltre a dare un carisma invidiabile al nostro protagonista rendono noi altrettanto investigatori nel voler scoprire tanto su di lui quanto sul mistero che accomuna la nostra indagine!

Come il protagonista nessun personaggio ha avuto sconti sul fatto della caratterizzazione, ognuno ha la sua grande personalità, la sua storia ed i suoi scheletri nell’armadio. Ci sapranno far affezionare, arrabbiare e a volte commuovere, con i loro racconti e la loro umanità.
La qualità dei dialoghi è a dir poco eccellente, con un forbitissimo vocabolario e discorsi sensati, calzanti e avvincenti, la dove non sai se aspettarti un indizio importante o una semplice conversazione fra una frase e l’altra.
Non ci sarà alcun momento in cui la nostra testa non sarà arricchita di interrogativi, sospetti e teorie, non daremo pace al nostro cervello nemmeno per un minuto e saranno innumerevoli le volte in cui i nostri piani verranno ribaltati, ma anche numerose le volte in cui le teorie potranno rivelarsi veritiere, in entrambi i casi ci regaleranno tantissime emozioni differenti.

Personalmente ho provato un triste senso di panico sul finale quando, resomi conto della poco tempo rimasto (ero al penultimo capitolo), buona parte dei miei quesiti non solo era rimasto irrisolto, ma altre domande si presentavano all’orizzonte, temevo che si arrivasse ad un finale aperto, o ad un finale frettoloso, o ancor peggio ad un insieme incredibile di buchi di trama. Concludendo il gioco però, scoprendo della completa chiusura del cerchio, non solo sono stato abbondantemente soddisfatto da tutte le risposte ottenute, ma sono rimasto per circa tre giorni in stato di totale shock per la soluzione finale, una trovata inaspettata e incredibilmente geniale, che ha in parte anche rivoluzionato il modo di pensare alle trame. Parlo da lettore e ideatore di storie, di ogni tipo, e vi giuro, il finale di questo gioco, come ogni altra cosa al suo interno, è ciò che mi ha spinto a scrivere questo articolo, per pubblicizzare un capolavoro purtroppo poco conosciuto che ha alzato NON POCO i miei standard per quella che per me deve definirsi un eccellente sceneggiatura.

Nel presentarvi ora la ciliegina sulla torta, voglio anche spezzare una lancia a favore di ciò che mi ha portato a questo acquisto “al buio”: lo stile grafico!
Lo so, lo so, giudicare dalla copertina è sempre rischioso, ma qui sono stato abbondantemente ripagato. Non solo le espressioni sono rappresentate con naturalezza e con uno stile che personalmente adoro, ma sono addirittura animate. Si tratta di brevi animazioni create con la tecnica del rotoscopio, che donano ancor più espressività e valore ai dialoghi e al carattere di tutti i personaggi.
Il direttore artistico, nonchè punta di diamante della Cing, Taisuke Kanasaki ha fatto un eccellente lavoro dal punto di vista grafico e la decisione, da molti definibile come discutibile, di inserire personaggi in bianco e nero in sfondi a colori è a parer mio una geniale scelta artistica che assieme alla trovata dell’impugnare il nintendo DS in senso verticale (come il libretto dell’investigatore) rende ancora più unico e inimitabile questo gioco.

Non posso mentire dicendo però che giocare sia stato tutto rosa e fiori, per via delle limitazioni dei tempi il gioco ha alcuni problemi ostici dove senza consultare una guida si può stare anche per diversi minuti senza riuscire a capire cosa fare, ma credetemi se vi dico che è già tanto che un gioco del 2007 abbia così tanti punti a favore. Al termine del gioco ci si sente ripagati sia di tutte le ore di gioco, sia dei soldi spesi per l’acquisto!

IN CONCLUSIONE:

Ragazzi mi scuso con tutti per l’assenza e mi scuso per chi si aspettava un fumetto o un altro genere di articolo, ma ci tenevo troppo a condividere con voi quest’opera che ormai è impressa nel mio cuore da lettore e videogiocatore.
Consiglio a tutti di acquistare il gioco (per favore non piratatelo, è anche per questa ragione che la casa produttrice ha chiuso), è disponibile nella versione europea in ben 5 lingue, italiano compreso!!
Per tutti coloro che vogliono discuterne nei commenti sono completamente a vostra disposizione, ho intenzione di parlare un giorno anche del bellissimo sequel e se l’idea è di vostro gradimento sarà felicissimo di accoglierla, fatemi sapere mi raccomando! Ultimamente mi piacerebbe ampliare l’affluenza dei commenti, specialmente sulla pagina FB a cui tengo particolarmente!
Sono aperto a qualsiasi tipo di collaborazione, cercatemi pure in privato!
Adesso torno a sorseggiare il mio bourbon invecchiato di 20 anni fra un interrogatorio e l’altro, grazie a tutti per la lettura!

“Il marito di mio fratello” di Gengoroh Tagame

Il manuale per imparare ad amare e accettare il prossimo

Cari Meloni, ben tornati, vi do il benvenuto a questo nuovo articolo. Un articolo alla quale tengo particolarmente e che desideravo di fare da tantissimo tempo!
Siamo ormai alla fine di giugno e questo iscritto lo voglio dedicare al mese arcobaleno del nostro calendario, invitando tutti a sostenere i movimenti LGBTQ+ anche dopo lo scadere del mese. Non è una festa o un evento, sosteniamo sempre l’amore verso tutti!

Link ai social dell’autore:
twitter: https://twitter.com/tagagen
sito personale: http://tagame.org/home.html
blog personale: http://www.tagame.org/jblog/

Per l’opera di oggi ho scelto di non proporvi la solita piccola biografia dell’autore, ho deciso piuttosto a fine articolo di proporvi un contenuto esclusivo! Una piccola chicca per i lettori più fedeli! Ma ora procediamo con il volume:

Target dell’opera:

Stavolta non ci sono compromessi, a differenza di tante altre opere, malgrado le tematiche sensibili, questa serie si pone con un target pienamente universale, con un linguaggio semplice e diretto, fruibile a lettori di qualsiasi età. Le tematiche affrontate vengono sempre proiettate da molteplici punti di vista come da Kana, una piccola bambina o Yaichi, suo padre. Una lettura pura e genuina che riesce a pieno nel divulgare il suo messaggio d’amore.

L’opera:

Doverosa premessa: l’autore potrebbe essere da voi facilmente attribuito alle sue opere pornografiche parecchio estreme ed esplicite. Tengo a precisare che questo volume non presenta alcuna scena di sesso o nudità intima al suo interno, è un opera totalmente diversa dalle solite del maestro Tagame e ora ve ne parlerò.

“Il marito di mio fratello” è una storia arrivata in italia in 2 maxi volumi, riproposta infine anche in un mega volume unico contenente tutta la storia (in giappone proposta in 4 uscite).
L’opera racconta l’esperienza di Mike, dolce omone canadese, nel suo primo viaggio in Giappone ed il racconto verrà mostrato dai suoi occhi, quelli di Kana, e quelli di un abbastanza prevenuto Yaichi.
Di Mike si sa solo che era il marito di Ryoji, fratello gemello di Yaichi, finchè un triste fato non li ha separati per sempre. Durante il racconto si avranno mille e più occasioni per conoscerlo meglio, vederlo rapportarsi ad un mondo tradizionalmente più rigido, (dove gli omossessuali non possono sposarsi) e vederlo pian piano rapportarsi con la famiglia dell’uomo che amava, fino a scoprire la misteriosa missione che lo ha portato in Giappone da così lontano.

Di tutte le opere nipponiche a tema LGBT questa è sicuramente al primo posto per quanto riguarda la sensibilizzazione e la divulgazione di un messaggio positivo.
Gengoroh Tagame, attraverso scene di naturale quotidianità ci fa sentire a casa in un ambiente che per i più conservatori verrebbe definito “profano”: Zio omosessuale e famiglia con genitori divorziati.
Un atto di coraggio decisamente apprezzato che ancor di più spezza stereotipi e luoghi comuni e ci delizia con episodi divertenti e solari, ovviamente contrapposti ad episodi di seria realtà in un bellissimo confronto fra culture e tradizioni che sarà sempre il piatto forte in tante conversazioni.
L’opera è capace di farci sentir coccolati nella famiglia, ma anche di spezzarci il cuore in particolari occasioni, la dove la nostra compassione per Mike raggiungerà livelli inimmaginabili per via dell’ umanità di questo bellissimo personaggio.
Il duello fra i punti di vista dei bambini e degli adulti rappresenterà due estremi assoluti, con giovani ragazzini che prendono con stupore e interesse l’orientamento sessuale di Mike e adulti che molto più rigidamente agiscono per pregiudizio.
Non sarà solo la soggettiva di Mike ad avere alti e bassi di umore, il buon Yaichi avrà non pochi tormenti, dalle sue responsabilità di padre single, ai timori di una possibile influenza negativa da parte dell’ospite canadese a danno della figlia al rimpianto di aver perso i contatti con Ryoji e di non aver memorie di lui fuorché della loro infanzia.
Il manga sarà coronato poi da tantissimi articoletti mono pagina sulla cultura LGBT (8 in totale) tutti strettamente legati a Mike e raccontati da lui in prima persona. A partire dalla Rainbow flag, per parlare poi del gay Pride e toccando poi argomenti delicati come il coming out e l’outing.
Questa storia, per la quale non posso farvi troppe anticipazioni è seriamente una vera e propria guida, un manuale capace di far cambiare idea a chi sta nel limbo fra accettazione e scetticismo, capace anche di insegnare tanto pure a chi pensa di sapere già tutto e si trova nella corretta linea di pensiero. Sa stupire, scoprire ed emozionare è cofanetto che racchiude un vero e proprio inno alla cultura LGBT e alla famiglia non tradizionale, da tenere sul proprio scaffale e rileggere quando si sente la nostalgia di quella piccola famigliola e del dolce Mike.

Ecco a voi i link per l’acquisto:
https://www.amazon.it/marito-mio-fratello-1/dp/8891267163 (vol.1)
https://www.amazon.it/marito-mio-fratello-2/dp/8891267392 (vol.2)

In Conclusione:
Cari Meloni, probabilmente dalla stessa lettura vi sarete accorti che ho amato infinitamente quest’opera, senza ombra di dubbio è nella lista dei miei manga preferiti!
Ma bando alle ciance ho qui la sorpresa per voi fan più pazienti:
Vi presento il frutto di una piccola collaborazione per la quale sono contentissimo!
Maurizio Iorio, in arte Kirio1984, un veterano del panorama delle recensioni sul web, è stato gentilissimo concedendomi la possibilità di condividere sul mio spazio un intervista esclusiva a Gengoroh Tagame in italiano!
Vi allego qui il link del video ed i contatti social di Kirio!
Intervista all’autore:

https://www.youtube.com/watch?v=MMibehceoEA

Pagina Facebook di Kirio1984:
https://www.facebook.com/NeoGokurakuKirio1984/
Canale YouTube:
https://www.youtube.com/user/Kirio1984
Profilo Instagram:
https://www.instagram.com/kirio1984/?hl=it

Concludo salutandovi con un abbraccio arcobaleno!

“I Miei Anni ’80 A Taiwan” di Sean Chuang

Cari meloni, oggi le presentazioni del volume saranno mooolto brevi, anzi posso tranquillamente dire che concludono qui ahah! Ho introdotto questo volume nel precedente articolo e parlarne oltre senza andare al sodo lo troverei ripetitivo. Poi, ne approfitto anche per indirizzare allo scorso articolo “fiere del fumetto: il fascino degli acquisti al buio” tutti coloro che se lo sono perso. Detto questo, buona lettura!

L’autore:

profilo Add editore:
https://www.addeditore.it/autori/sean-chuang/

Sean Chuang (小莊) è un regista di film e pubblicità. Con vent’anni di esperienza internazionale come regista di pubblicità, ha lavorato nel suo paese natale Taiwan, in Cina, a Singapore e in Giappone e ha diretto oltre quattrocento opere, ricevendo più volte il Times Awards e il Times Asia-Pacific Award. Nato nel 1968, Sean Chuang ha realizzato più di 400 film pubblicitari in 20 anni. Questi sono stati trasmessi a Taiwan, in Cina, a Singapore e in Giappone e gli sono valsi una serie di premi per la pubblicità del Times Asia-Pacifico. Nel 1995, ormai un affermato regista pubblicitario, pubblicò il suo primo fumetto, A Film Maker’s Notes . Sean Chuang ha anche contribuito al libro Taipei Café , una raccolta di novelle e fumetti pubblicati. Nel 1997 ha pubblicato “A Filmmaker’s Notes”, ristampato diciotto volte; esso è divenuto ormai un classico e una lettura obbligata nell’industria del video e nelle scuole di riferimento di Taiwan.
Nel 2010, dopo 10 anni di duro lavoro, ha pubblicato il suo secondo lavoro:“The Window”, il primo graphic novel taiwanese. Questo capolavoro a colori utilizza la tecnica di storyboard cinematografico per raccontare una storia senza dialoghi. Sean Chuang continua a fare film con una mano mentre trasforma l’altra in creazione di fumetti. Il suo terzo libro, il diario degli anni ’80 a Taiwan è uscito a giugno 2015.
(fonte: http://www.luccafan.com)

Target dell’opera:

Stavolta non ho alcun dubbio nel dirvi che questo volume è indirizzato ad un target piuttosto maturo. Non è richiesta una particolare conoscenza storico politica per immergersi nell’opera, basta una semplice infarinatura su quello che ai tempi era il concetto di libertà di espressione lì in Taiwan rispetto all’occidente. L’ostacolo però nel lettore giovane arriverebbe nel cogliere insegnamenti anche dalle più piccole cose. Si tratta infatti di un opera che se vista da un punto di vista superficiale o immaturo può apparire come una normalissima storia autobiografica, ma se colta con volontà di imparare risulta di una profondità sensazionale.

L’opera:

I miei anni ‘80 a Taiwan è un volume di 190 dotato di un incredibile impatto grafico, già dalla sua copertina, che mostra nella piena essenza quello che troveremo nel racconto.
Il volume di Add editore è incredibilmente maneggevole ed è dotato di una flessibilità delle pagine che poche volte avevo percepito e la carta “sbiadita” simile a carta riciclata da una tinta molto singolare alla lettura, che si sposa alla perfezione con i disegni e le tematiche affrontate.

L’opera è un racconto auto biografico che ci accompagna dall’infanzia dell’autore sino a raggiungere, passo dopo passo la maturità. Il tutto contrapposto a quella che è nell’87 la fine della Legge Marziale. Ossia la conclusione di una terribile società conservatrice. Infatti la lettura sarà un continuo contrasto fra la vita del giovane Sean e quella di un neonato e nuovo Taiwan, un percorso identico per due realtà enormemente differenti, che quasi mano per la mano avanzano per lo stesso preciso obiettivo: diventare indipendenti.
Sean essendo nato pochi anni prima del fatidico cambiamento ha avuto modo di vedere quanto orribile fosse il regime marziale che opprimeva il paese e non mancherà di mostrarlo in tutta la sua mostruosità nella prima parte del volume. La lettura sarà una continua scoperta ed una continua realizzazione di un paese ed un periodo storico della quale si hanno poche testimonianze, dove il confronto con le proprie esperienze di vita e crescita sono inevitabili.
Ciononostante la storia non ha un tono cupo e malinconico, quello che si va a leggere è un racconto colmo di entusiasmo e forza di volontà. Mostra come cose di tutti i giorni riescono invece a diventare per il popolo Taiwanese, un modello da seguire ed una nuova libertà da conquistare. Dalla musica, al cinema, al ballo, allo sport è incredibile come la fame di indipendenza Taiwanese riesca a cogliere ogni spunto ed opportunità per diventare sempre più singolare.
Malgrado ciò però la lotta non è a senso unico, le leggi sono ancora molto ferree per quanto riguarda la libertà d’espressione ed è ancora più affascinante come questo non smuova minimamente la forza di cambiamento del popolo disposto anche al più intricato dei sotterfugi per poter di nascosto poter ballare la break dance con gli amici, sfrecciare in motorino e provare ad avere un taglio di capelli differente a quello imposto dal governo.
Una conquista continua, avvolta sempre da un sottile velo di spensieratezza capace comunque di farci tenere i piedi per terra, con insegnamenti, vittorie e sconfitte morali, lungo tutto il periodo della crescita dell’autore. Un realismo palpabile capace di conquistare nei suoi più piccoli dettagli, grazie alle continue citazioni a cinema, sport e tanti altri fenomeni pop, capace di andare a parare in storie e racconti sempre singolari e difficilmente prevedibili.
Un opera pura e pulita, dai tratti sporchi e irregolari, con tavole generose di dettagli e inquadrature che danno giustizia alla carriera di registra del maestro Chuang. Un eccellente uso della prospettiva e delle vignette aperte, grazie ai loro incastri molte tavole appaiono come manifesti e la loro imponenza non lascia indifferenti, così come le maestose illustrazioni di inizio capitolo.
I miei anni ‘80 a Taiwan è un opera capace di portarci all’interno di un altro periodo storico in un mondo totalmente differente dal nostro, ed è forse questa differenza che ancor di più ci rende capaci di comprendere la volontà di rinascita del paese e dei cittadini.
Una storia dalla quale il lettore non può non sentirsi ispirato e motivato a seguire i propri sogni, consigliatissima per tutti coloro che hanno sempre visto tanto dalle piccole cose, o agli scettici che non credono che un semplice film od una squadra di baseball non possano cambiare un intera nazione.

Ecco a voi i Link per acquistare “I miei anni 80 a Taiwan”:
https://www.addeditore.it/catalogo/sean-chuang-小莊-i-miei-anni-80-a-taiwan/
(disponibile anche su amazon a 15,30€)

In conclusione:

Posso personalmente dire che questa opera mi ha ispirato dalla prima all’ultima pagina, affascinandomi nei racconti e nei disegni.
È stato un mix di sorpresa ed imprevedibilità, non avrei minimamente immaginato che si potesse partire dalla storia di un bambino ed arrivare a VHS piratate, robottoni e break dance!
Aggiungo anche che ripensando all’autore, che ho visto dal vivo a Lucca, trovo assurdo come dietro a quella faccia quiete si nascondano così tante storie e passioni inusuali.
Anche se non leggerà questo articolo ringrazio di cuore il maestro Sean Chuang per una delle più belle dediche su un volume che potessi ricevere.
Come già detto dello scorso articolo non mi pento minimamente di questo acquisto, mi ha dato tantissimo ed è stupendo anche da rileggere, è una lettura che sono fiero di proporvi e che ritengo salutare per ogni amante dei racconti narrati.
Non conoscevo Add editore prima di questo volume, ma vista l’incredibile qualità della carta e della stampa penso che comprerò volentieri altri volumi, consiglio a tutti di darci un occhiata!
Cari Meloni! Detto questo non posso non invitarvi al prossimo articolo!
Vi anticipo solo che questo, il prossimo ed il prossimo ancora sono tre articoli che aspettavo tanto di fare e tengo particolarmente ad ognuno di questi! Un grosso abbraccio!

Fiere del fumetto: Il fascino degli acquisti “al buio”

Salve a tutti meloni oggi mi presento a sorpresa con un articolo diverso dai precedenti.

Difatti non si parlerà di qualche fumetto o opera in generale, volevo introdurvi uno dei tanti tipi di format che prenderà- vita su questo blog.

È infatti mia intenzione proporvi una lettura leggera e versatile, in modo non solo di riuscire ad essere più frequente, ma anche per permettervi un interessante alternativa ad articoli unicamente incentrati su opere cartacee. Noterete inoltre che in questi piccoli angoli mi concederò il lusso di narrare in prima persona. Ma non tratteniamoci oltre , vi auguro una piacevole lettura e spero che questa nuova proposta possa piacervi.

Prima di tutto, cos’è un acquisto al buio?

Con “acquisto al buio” mi riferisco a quel genere di compere che in una fiera (o in libreria) facciamo “a sentimento”, senza informarci minimamente su pareri, recensioni, sulla trama e/o sull’autore. Non è raro che capiti con cose come videogiochi, cd musicali e tanto altro, ma nelle fiere personalmente è una cosa che prima di poco tempo fa non avevo mai preso in considerazione.

Vi presento quella che è stata la mia esperienza e quelli che a parer mio sono i lati affascinanti di una bizzarra scelta che col tempo è diventata una mia routine alle fiere.

Ricordo la mia prima fiera del fumetto con una certa nostalgia. Frequentavo le medie, quel giorno andai in piazza con gli amici, sapevamo della notizia ma non avevamo la minima idea di cosa fosse. C’erano una manciata di ragazzi in costume, non superavano i 25 probabilmente, uno alla volta si esibivano su un palchetto 3 metri per 3, a fare loro sottofondo c’era una piccola cassa acustica e una volta scesi venivano da noi fan a farsi qualche foto e scambiare due chiacchiere. Per quelli che erano i miei occhi innocenti quello era il paradiso, mi recai verso dei tavolini posti dietro il palco, li sopra vi era qualche gadget e qualche volumetto messo in offerta per guadagnare dei fondi che avrebbero finanziato le future fiere.

Cercate di capirmi, ero nel bel mazzo della mania dei manga, quella che solitamente ti cattura bene o male fra la seconda e la terza media, ricordo ancora che consultai ogni amico lì presente, avevo in tasca poche monete e volevo fare l’acquisto più azzeccato. Purtroppo fu l’unica nota amara di quella giornata, per essere sicuro di non sbagliare comprai un numero di Dragon Ball (non ricordo nemmeno quale), arrivato a casa nemmeno volevo leggerlo, conoscevo la storia a memoria, mi ero accorto che quella scelta, influenzata dai miei amici e dalle mie paura aveva totalmente smorzato il mio entusiasmo.

Imparai la lezione e nelle edizioni successive mi mostrai preparato. Iniziai a informarmi sugli acquisti più appetibili a giorni dalla fiera in modo tale di arrivare con un giusto budget e la “lista della spesa” pronta. Aggiunsi anche una piccola sfida, ossia quella di trovare titoli singolari che nessuno dei miei amici avesse nei propri scaffali.

Con gli anni conobbi tante altre fiere, aggiunsi al mio curriculum di fan anche l’edizione del 2015 di Lucca comix, li vi fu pure il mio primo incontro con un autore al firmacopie, qualcosa di più unico che raro per un frequentatore di piccole fiere come me. Alla mia cerchia di amici si aggiunsero anche altri appassionati del mondo a vignette ed i consigli per le compere più inerenti ai miei gusti non mancarono.

Arrivò dunque il Lucca comix del 2018, quell’anno risparmiai tanto, una buona fetta di quei soldi era lì da parte che sapeva già per quali titoli sarebbe stata spesa, una piccola riserva invece l’avrei dedicata a eventuali gadget, cibo, trasporti ed emergenze. Ricordo che in uno dei tanti giri mi trovai da solo con il mio amico Danilo, nel bel mezzo del nostro curiosare ed esplorare lo stavo accompagnando a presentare un portfolio ad alcuni editori. Entrammo in uno dei tanti padiglioni, quando esattamente all’ingresso, sulla mia destra vidi uno stand piccolissimo, con un solo autore che con la testa china stava facendo una dedica piuttosto appariscente su un volume. Non so perchè ma restai affascinato, era una casa editrice che non conoscevo, dietro al tavolino erano solo due persone con un piccolo registratore di cassa ed una pila di volumi. Qualcosa si mosse in me, tirai fuori il portafogli e presi un volume, così, a sentimento, guardai il mio amico, ma era impegnato ad osservare l’autore al lavoro, un uomo adulto che silenziosamente inchiostrava quella dedica per un fan. Guardai due o tre pagine prima di dire “lo compro”, ma nella mia testa avevo già la banconota in mano. Ancora non mi spiego esattamente cosa fu ad attirarmi tanto e a scaturirmi un desiderio immediato di prendere alla cieca quel volume e forse è proprio questa la parte che più mi affascina.

A fiera conclusa, fatto il resoconto con gli amici, ero l’unico ad aver mai sentito nominare quell’autore e nessuno di loro conosceva minimamente quella casa editrice. Ricordo che sebbene un briciolo di entusiasmo rimase in me da quella volta, non fu nemmeno il primo volume che lessi una volta tornato a casa, anzi mentirei se non dicessi che aspettai anche più di due mesi prima di pensarci su, avevo tanta roba in lista e quello era lì, su una libreria a “guardarmi”.

Un giorno, una volta per tutte decisi di toglierlo da quel ripiano, lo presi, lo guardai e pensai. “ non so perchè ti ho comprato, voglio avere basse aspettative su di te, so solo che ti ho pagato e ti ho tenuto in uno zaino per tutta la fiera, DEVO leggerti e capire se ho fatto una stupidaggine da non ripetere

Contro ogni aspettativa fu una lettura eccellente, mi catturò dall’inizio alla fine, ero addirittura pentito di non averlo letto subito. Per tutta la lettura mi sentivo legato all’opera, non solo per la sorpresa fu, ma anche per quello che fu il nostro fugace e decisivo incontro. Fu qualcosa di indescrivibile, mi sentii in colpa per aver dubitato dell’acquisto e rimasi ancora più contento quando, facendo due conti, oltre ad aver fatto un ottimo affare, avevo portato da Lucca un fumetto che in allegato aveva un bizzarro episodio che ancora oggi ricordo con dolcezza e che mi aiuta a rendere indelebile alla mia mente quella che fu una bellissima fiera in compagnia di tanti amici.

Difatti quali sono i vantaggi di fare almeno un acquisto al buio alle fiere?

Fare un acquisto alla cieca è quella cosa che nelle fiere mi ha dato sempre quel pizzico di divertimento in più. È quella piccola scommessa che non mi pento mai di fare, anche quando va male. Il fascino dell’ignoto, dona quel senso di scoperta che normalmente si prova meno quando si segue nel dettaglio il progetto di un artista, in aggiunta, partendo con zero aspettative si ha un ottimo pretesto per restare raramente delusi da un prodotto.

Per quella che è stata la mia esperienza negli acquisti al buio fin ora (almeno uno a fiera) posso dire di non potermi lamentare. Si tratta poi di un ottimo prestesto per provare qualcosa di nuovo, per gettare l’occhio in qualche genere differente. Il mio gusto letterario si è espanso a dismisura con questo metodo, ho avuto modo di conoscere autori che normalmente non avrei cercato, ho portato a casa tante storie nuove da raccontare ed ho avuto modo di consigliare ad amici titoli molto singolari. Le delusioni ci sono sempre, è normale, ma almeno per me pure il più amaro dei bocconi risulta facilmente digeribile, perchè a conti fatti fa parte di questo bizzarro “gioco”.

Detto questo ho delle domande per i miei cari meloni, ma prima voglio anticiparvi quale sarà il mio prossimo articolo:

L’articolo 4 del mio blog sarà proprio il mio primo vero acquisto alla cieca: I miei anni ’80 in Taiwan del maestro Sean Chuang.

Ecco qui le mie domande per voi:

Avete mai fatto acquisti al buio?

Se si, quanti ottimi risultati avete avuto? E quanti sono stati un fiasco?

Se non ne avete mai fatto, avete intenzione di provare?

In caso di fallimento ve la prenderete con me? Ahah!

Rispondetemi pure qui nel blog, oppure sulla pagina FB che allego qui sotto: https://www.facebook.com/MelonzFumetti/

Fatemi anche sapere se questo format può interessarvi, ho già tante idee eheh!

“La Giusta Mezura” di Flavia Biondi

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Buongiorno “Meloni”! È da un po’ che non mi faccio sentire, è vero. Spero che questa ripresa si traduca in un duraturo e costante servizio e che non sia un semplice fuoco di paglia dato da una scossa di entusiasmo ahah! (sono una pessima persona, scusate)        In compenso spero di farmi perdonare consigliandovi un opera davvero singolare che ho avuto modo di leggere (e rileggere) negli scorsi mesi! Perciò liberiamo la scrivania dalle scartoffie e diamo spazio a “La Giusta Mezura”, di Flavia Biondi!

Ma prima non posso non condividere ai “Meloni” del blog tutti i contatti dell’ autrice.

Potete trovarla qui:

Profilo Instagramhttps://www.instagram.com/flavia_nathanielle_biondi/?hl=it

Pagina Facebookhttps://www.facebook.com/flaviabiondiartwork/

Profilo Tumblr: https://flavia-biondi.tumblr.com/

L’Autrice:

Flavia Biondi nasce a Castelfiorentino (FI) nel 1988. Fin da sempre appassionata di storie che raccontano le vicende del quotidiano lavora ai suoi fumetti tutti incentrati su personaggi all’apparenza modesta ma dal grande cuore. Dopo il diploma artistico e la laurea triennale presso L’accademia di Belle Arti di Bologna in Fumetto e Illustrazione collabora con varie etichette di autoproduzione. Nel 2012 assieme a sette colleghi “accademici” fonda l’etichetta Manticora Autoproduzioni che pubblica la sua prima antologia, Sindrome, l’anno stesso. Dopo esser stata segnalata dal concorso Komikazen 2011 collabora con la casa editrice Renbooks alla realizzazione del suo primo volume, Barba di Perle, che vede la luce nel dicembre 2012. Con Manticora nel 2013 realizza Tenebre, storia dalle tinte scure, realizzata assieme al collega Francesco de Stena, e partecipa alla seconda antologia del gruppo, Feral Children (2014) con una storia sui bambini selvaggi. Sempre nel 2014 per Renbooks pubblica L’orgoglio di Leone, graphic novel a tema LGBT ambientata fra Siena, Roma e Genova. Nel 2015, per i tipi di Bao Publishing, pubblica il graphic novel La Generazione. Recentemente ha collaborato come illustratrice e copertinista all’antologia di Manticora Le Piccole Morti. Nel 2017, è uscito il suo secondo graphic novel per BAO Publishing, La Giusta Mezura.
(fonte Biografia: BaoPublishing.it)

Target dell’opera:

Sebbene si tratti di una lettura inferiore alle 200 pagine, trovo comunque difficile che una bambino possa apprezzare appieno l’opera. Difatti, proprio per via delle tematiche di cui parleremo dopo, trovo che per un immersione al 10000% del racconto sia necessario aver vissuto o star vivendo quella fase di vita post-maturità, la dove ci si costruisce il futuro da soli, fra scelte di vita, studi e lavoro. Ciononostante non escludo che la lettura non possa ispirare e incuriosire un lettore adolescente. Inoltre la ritengo un opera veramente matura e sono sicuro che anche un pubblico adulto ne possa pienamente fruire, magari versando anche una dolce lacrima di nostalgia fra un avvenimento e l’altro.

L’opera:

Arriviamo finalmente a parlare di cos’è stata per me questa lettura. Ma prima devo obbligatoriamente soffermarmi sulla bellezza di questa edizione con copertina rivestita e rilievi, con una “costa” del libro che ricorda un vecchio romanzo (e non è una coincidenza). Il volume già solo dall’aspetto esteriore giova di un fascino unico e la piacevolezza del tenerlo fra le mani e sfogliarlo è incredibile. Ora però passiamo alla lettura.

La Giusta Mezura è una storia vissuta principalmente dal punto di vista di Mia, ragazza di Manuel. Lei, dopo un orribile esperienza di lavoro è finalmente riuscita a distaccarsi, entusiasta dell’esserci riuscita con le sue forze. Senza lavoro dovrà avere a che fare con quelle che sono le spese e le aspirazioni per il futuro, sebbene il suo desiderio sia godersi la libertà e riprovare vecchie e nuove emozioni. Lui, Manuel, è un solido lavoratore, appassionato di scrittura, tanto concentrato nei suoi obbiettivi da riuscire a ritagliarsi degli spazi tutti suoi malgrado le sue mansioni.

La storia contrappone i loro modi di vedere il mondo, lui impegnato nel lavoro e concentrato sul suo obbiettivo, lei invece senza aspirazioni ma con il desiderio di assaporare la vita. Un racconto di quotidianità e di crescita dove un emozione tira l’altra fra i sorrisi e le lacrime di 5 ragazzi +1 in un piccolo appartamento a Bologna.

Non penso esistano sempre le parole giuste per riuscire anche solo vagamente a descrivere un emozione, finché non la si prova sulla propria pelle o non la si vive da vicino tutti quelli che sono i tentativi di immedesimazione risulteranno infinitamente meno appaganti. Solo nel momento in cui sai di aver provato quelle sensazioni o nell’attimo di lucidità in cui realizzi che ti stanno travolgendo riesci a sentirti in sintonia con te stesso ed uno specifico avvenimento.

La giusta Mezura è questo: una continua sintonia fra se stessi ed i personaggi, un umanità struggente che ci fa sentire partecipi e chiamati in causa anche nei più insospettabili dei momenti. Dai più innocenti ai più avventati, con una narrazione capace di renderci diretti testimoni visivi ed emotivi di quelle che sono le responsabilità, le ambizioni e gli errori dei protagonisti. Difatti, quando parlo di umanità dei personaggi, parlo proprio del fatto che ho difficoltà a credere che siano solo personaggi di una storia inventata.

Flavia Biondi con quest’opera ha creato ragazzi in carne ed ossa che sono stati capaci di farmi ridere, arrabbiare, pensare, provare compassione, sentirmi vicino, sentirmi lontano e sentirmi stronzo.

Infatti i personaggi non vanno mai verso quella che è una linea retta. La loro caratterizzazione è una continua scoperta durante la lettura, priva di insensatezze e di incoerenze. Non esiste il personaggio perfetto, o quello unicamente nella ragione o nel torto, tutti sono capaci di fare errori, tutti sono capaci di riscattarsi e nessuna azione è mai ingiustificabile.

La cura dei dialoghi è incredibile, l’immersione creata in questo fumetto è stata qualcosa di naturale ed inaspettata. Non si prova mai quel senso di “apnea” che solitamente si vive quando bisogna sforzarsi in una qualche immedesimazione, leggendo sei lì. Sei lì nelle strade di Bologna, sei lì in salotto a vedere la caffettiera sul fornello, sei li zitto zitto a testa bassa ad ascoltare i più frustranti dei litigi.

Purtroppo in questa sezione non mi è permesso fare Spoiler (infatti se avete letto l’opera vi invito a leggere il trafiletto che segue questo capitolo), ma vi sono occasioni specifiche dove davvero quello che provavo me lo si leggeva in faccia.

Il volume si divora in pochissimo tempo, è un continuo voler vedere cosa deve succedere, una volta aperto non lo chiudi finché non leggi la parola “fine”, per poi riaprirlo per ammirare i disegni stupendi.

Disegni per il quale vorrei spendere una parola in più, per dire che sono stati una colonna portante di questa lettura. Flavia è stata bravissima a far immergere il lettore negli ambienti grazie ai continui dettagli circostanti che passo dopo passo ci dicevano un po’ di più di paesaggi, stanze e persone.

Le espressioni, anche dalle più semplici sono cariche di emozione, e fanno oscillare il tuo animo fra spensieratezza e malinconia. Per non parlare delle illustrazioni che coronano i racconti scritti di Manuel, veramente bellissime. Concludo dicendo che l’opera è un continuo percorso di evoluzione dei personaggi in quelle che sono vicissitudini di vita quotidiana e sbagli dati dal desiderio di vivere una vita diversa, alla ricerca di qualcosa di nuovo, il tutto ostacolato da quella che di per sé è la vita, con doveri, obblighi e insicurezza su un futuro incerto, dove fino all’ultima pagina non sai se può davvero finire bene o male.

Se volete ri-esplorare voi stessi anche nei più imprevedibili angoli della vostra persona sono certo che quest’opera faccia al caso vostro.

Ecco a voi i Link per acquistare la copia de “La Giusta Mezura” a 19,00€:

https://baopublishing.it/prodotti/la-giusta-mezura/

(lo trovate anche su amazon, pure nella variante digitale)

allego infine per gli interessati un’altra opera dell’autrice di cui vi parlerà volentieri in futuro:

https://baopublishing.it/prodotti/la-generazione/

In conclusione:

Eccomi finalmente qui nel mio angolo più confidenziale dove posso esprimere qualche piccolo spoiler. Dopo il testamento che mi è sfuggito in questa recensione prometto che stavolta sarò sintetico. Se non si fosse capito ho AMATO questo volume. Sono state innumerevoli le volte in cui ho detto fra me e me “quello sono io!” o “cavoli se lo avessero detto a me ci sarei rimasto di merda”. Il modo in cui si parlano Manuel e Tito con i loro “splendido” e “amore” ed anche la loro amicizia di per se mi ha ricordato lo stesso preciso approccio che ho con un mio carissimo amico. Inoltre l’imprevedibilità di certi dialoghi con frecciatine che arrivano a bruciapelo come la risposta a “finalmente ho fatto sesso” con “davvero? Con chi?” mi ha fatto implodere interiormente, non sapevo con chi schierarmi, fra la sincerità di Tito espressa con troppa “stronzaggine” e la compassione che provavo per Mia, specie perché pensando alla loro amicizia quel momento per me è stata una pugnalata al cuore. Infine aggiungo pure che ho amato come nei propri errori e nelle proprie ragioni entrambi i protagonisti si siano reindirizzati a vicenda. Mia nel proiettarsi verso un futuro tutto nuovo e Manuel nel perdonarla. Inoltre ritengo geniale il fatto che il cambiamento di Manuel sia stato gradualmente accompagnato dal romanzo che scriveva, tanto da cambiare il finale in quella che un tempo era una soluzione che non avrebbe mai valutato. Volume splendido. Spero di incontrare un giorno l’autrice e congratularmi di persona!

(non possiedo i diritti delle immagini in questo articolo, il credito va tutto all’autrice Flavia Biondi)

“La fine dell’estate” di Giulio Macaione

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Eccomi qui finalmente! Dopo tutte quelle presentazioni posso finalmente mostrarvi il motivo per cui ho creato questo blog, i fumetti!

Confesso di essere stato molto combattuto sulla scelta del PRIMO vero titolo da portare. Ma alla fine, dopo essermi concesso un mesetto buono di riflessione, tanto per mettere in ordine la testolina e seppellire l’ansia da prestazione, sono giunto alla decisione di portarvi un opera molto breve, tanto breve quanto ricca.

Cari “Meloni”, oggi vi parlerò di uno dei miei aquisti di Lucca 2018, un’opera coniata dalla matita e dalla mente di un rinomato artista catanese, vi presento quindi “La Fine dell’Estate” di Giulio Macaione.

L’AUTORE:

Profilo Instagram: https://www.instagram.com/giuliomacaione/?hl=it

Profilo Twitter: https://twitter.com/giuliomacaione

Profilo Tumblr: https://giuliomacaione.tumblr.com/

Blog: http://giuliomacaione.blogspot.com/

Giulio nasce a Catania nel 1993, cresce però a Palermo. Si diploma in pittura all’accademia delle belle arti di Bologna ed il suo debutto non si fa aspettare, infatti dopo aver vinto la terza edizione del concorso “Otto tavole per Mondo Naif” diretto da Kappa Edizioni in collaborazione con Fumo di China debutta con il suo corto Mortèn, su Mondo Naif 25.

Il suo percorso artistico non si ferma di certo al primo passo, ecco infatti che nel 2008 sempre con Kappa pubblica “The Fag Hag” nel 2008 e “Innamorarsi a Milano” nel 2010, insieme a Massimiliano de Giovanni uno dei Kappa boys.

Nel 2013 pubblica “Ofelia”, una serie prima pubblicata sul web, poi rilegata e pubblicata da Comma 22 con l’aggiunta di pagine inedite.

A Giugno 2016 per Bao Publishing pubblica il graphic novel “Basilicò”, commedia familiare ambientata a Palermo che mescola il noir e la cucina tradizionale. Sempre nel 2016 Macaione pubblica la sua prima storia autoprodotta “La Fine dell’Estate”, in cui tre amici di sempre si incontrano in Sicilia per l’ultimo weekend estivo.

A settembre 2017 esce la sua seconda auto-produzione dal sapore horror “Nel buio tra gli alberi”, che riprende le atmosfere dei cult anni ’80 e ’90.

A settembre 2018 uscirà negli Stati Uniti il suo primo graphic novel per il mercato americano, “Alice: from dream to dream”, pubblicato dalla casa editrice californiana BOOM! Studios.

Nello stesso anno pubblica il suo nuovo graphic novel per BAO Publishing,Stella di mare.

IL TARGET:

La fine dell’estate, sebbene non paia così, è un opera tranquillamente leggibile da una vasta fascia di età. Proprio grazie alle sue tematiche, alla narrativa e al suo essere semplice ed al tempo stesso ricco di dettagli senz’altro non può che far immergere al meglio i ragazzi di un età post adolescenziale , portandoli a vivere la storia con gli stessi occhi dei personaggi. Non per questo però non può essere un eccellente e piacevole lettura per un lettore di mezza età o per un ragazzino: ad esempio, per il primo di questi la malinconia del volume verrebbe tranquillamente arricchito da un umano senso di nostalgia, nel rivedersi giovani; per i più piccoli invece è un opportunità per affacciarsi anticipatamente a quello che è “il mondo dei grandi” e confrontarsi con esso. Invitandoli a rileggere poi l’opera una volta cresciuti, per riviverla al meglio

L’OPERA:

La fine dell’ estate è un opera di una semplicità quasi disarmante, che nel suo essere semplice e naturale in realtà racchiude un mondo a sè.

Gode della peculiarità dell’essere tranquillamente riassumibile in due parole, Libertà e Malinconia e nel necessitare invece di ore e ore di riflessione nell’interrogarsi su tutto quello che invece è raccolto in sole 32 pagine.

Uno spillato quasi tascabile che racchiude il titanico contrasto dell’essere “immenso” nella sua limitata dimensione.

Contrasto non solo metaforico ma anche visivo, infatti Carlo, il protagonista, nella sua sosta estiva in Sicilia, terra natia, rivede i suoi amici di mille avventure Elena e Matteo circondato dal caldo giallo di un cielo estivo e dal freddo azzurro di un mare vivo.

Parliamo di un’opera in cui i colori sono quasi il terzo ed il quarto protagonista delle vicende, essi cambieranno continuamente, si sapranno infiammare durante una felice gita in macchina e si sapranno ghiacciare fra le dure ombre di una spiaggia al chiaro di luna.

Infine, ad arricchire la lettura si aggiungono i sensazionali disegni dell’autore ed alcuni versi della playlist musicale di Carlo, che come ultimo elemento chiudono ed alimentano il grande vortice di emozioni sprigionato dall’opera.

Una danza di giallo e blu, giorno e notte, libertà e malinconia, amicizia e rimpianti, un volersi sentire ancora i ragazzini di un tempo e il dover accettare di star crescendo.

Vicissitudini che fanno della spensieratezza sia una via di fuga dalla vita che gli spetta una volta tornati a casa, sia un velo di ingenuità per nascondere le lacrime e la vergogna del ritrovarsi uniti da un legame di affetto ma separati dalla consapevolezza di vedersi cambiati dal tempo, dai sentimenti, da errori umani e da segreti spregevoli.

L’avventura di Carlo ci porterà con lui in tutti i sensi. Già scesi dall’aereo non vedremo l’ora di salire in macchina e sfrecciare a tutto gas con il vento in viso. Il dettaglio degli sfondi ci farà ammirare con lui le bellezze della Sicilia e la sfacciata confidenza di Elena e Matteo sarà la ciliegina sulla torta nel farci “perdere” dentro un fumetto, totalmente incoscienti di tenere le pagine fra le dita.

I dialoghi, nella loro naturalezza ci faranno conoscere meglio i tre ragazzi e ce li faranno vedere per quello che sono, in una breve avventura dove saremo in guerra con noi stessi nel decidere se accettare o negare quelle che sono le scelte di vita, o i peccati di ragazzi che per una sola notte all’anno si rifiutano di voler crescere.

Un su e giù di emozioni e situazioni che ai più grandi non possono che far rivivere mille magoni, per i nostalgici ricordi di tutte le notti passate sotto le stelle. Dove a volte il nostro subconscio ci porterà a dire “anch’io ne ho fatte di queste stronzate” e dove la guerra sul giusto e sbagliato diventerà un interrogativo che avrà come soggetto noi stessi.

Senza fare anticipazioni di troppo, “la fine dell’estate” è una lettura davvero interessante, capace di far pensare, di aiutarci a conoscerci meglio. Tutto coronato da una piacevole vacanza dove ci sarà sempre un posto in macchina o una sedia a tavola per sentirci vicini ai tre amici di vecchia data.

Un esperienza su pagine ridimensionata per potersi portare dietro ovunque si voglia.

Una lettura tanto breve quanto piacevole, anche da rileggere.

Questo volume è autoprodotto ed è acquistabile al prezzo di 5,90€ nel link che segue

https://www.etsy.com/it/listing/472403112/la-fine-dellestate?ref=shop_home_active_1

Aggiungo anche il link della sua ultima opera per i più curiosi:

https://baopublishing.it/prodotti/stella-di-mare/

IN CONCLUSIONE:

Per i più temerari che vogliono rischiare qualche piccolo spoiler o che hanno già letto l’opera posso dire di essere rimasto stregato da questo volume, letto in brevissimo tempo una volta tornato da Lucca. Ho adorato la cura nei dettagli, dai bellissimi visi, alle più piccole osservazioni, come ad esempio le banconote messe ad asciugare dopo essere cadute in acqua.

Sarò breve, voglio evitare il madornale errore di rovinare la lettura a qualcuno che per errore può buttare l’occhio qui in fondo.

Vi do un consiglio però, un piccolo esperimento. Provate ad ascoltare i brani della playlist suggerita da Giulio (si trova subito dopo l’ultima pagina), provate ad ascoltare per intero, o quasi le canzoni stando concentrati solo ed esclusivamente sulle loro pagine di riferimento. Trovo che sia un esperienza di immersione aggiuntiva davvero sorprendente.

Detto questo ringrazio voi lettori per essere giunti fino a qui con la lettura della mia prima recensione. Infine ringrazio di cuore Giulio per la bellissima dedica nel volume e per essere stato di una gentilezza e dolcezza unica nel “sopportarmi” allo stand di Bento, nell’area Autoproduzioni di Lucca.

[non possiedo i diritti delle immagini mostrate su questa pagina, i disegni sono di unica proprietà dell’ artista Giulio Macaione]

ECCOCI QUI!

Un fresco e “MelonZoso” saluto a tutti!

Cari lettori, questa è un idea nata per caso da un desiderio vivo da anni.

Voglio sfruttare questo piccolo angolo online per parlarvi di quelle che sono le opere del fumetto e del manga  Italiano e non solo, in modo da divulgare ampliare questo grande e meraviglioso movimento sempre più avanti!

Con questo spazio cercherò, con quelle che sono le mie discutibili capacità, di essere il più esaustivo possibile per voi lettori, dandovi ogni necessaria informazione su quelli che possono essere i vostri quesiti e le vostre naturali curiosità verso ogni tipo di prodotto, da un fumetto a voi nuovo, a quello che magari avete appena letto.

Infatti per “trasparenza professionale” eccovi qui la scaletta che cercherò di seguire ogni volta per le opere:

  1. Presentazione dell’opera
  2. Informazioni sull’autore (inclusi collegamenti alle pagine social e/o galleria)
  3. Schedatura opera (che genere è? a quale fascia di utenza e di età è indirizzato?ecc.)
  4. Breve introduzione
  5. Articolo NO SPOILER
  6. Conclusione lettura per interessati all’acquisto (con sito e informazioni per l’ordine)
  7. Pareri approfonditi CON eventuali SPOILER per condividere al meglio l’esperienza della lettura con chi ha già letto l’opera e (magari) con gli autori

Tengo a precisare che questo angolo è creato per il solo piacere di condividere con tutti il mio personale pensiero e sentire la vostra. NON guadagno niente da ciò che faccio, non possiedo alcun titolo che possa definirmi professionista in quello che faccio. Sono solo un fan, compro i fumetti e amo farlo.

Se siete autori e volete contattarmi per farmi conoscere il vostro fumetto non esitate! Questo spazio è per voi! Attualmente è piccolo, ma spero diventi una camera di risonanza per piccoli e grandi autori!